La prima volta che ho incontrato Mr. Goodman mi è venuta in mente una persona che vuole portare la magia nel quotidiano, non solo ai bambini, ma anche ai più grandi che, per qualche motivo, si sono dimenticati come si fa ad essere felici. L’ho conosciuto meglio attraverso i corsi della scuola di Tarocchi e, dopo cinque anni, ho deciso di mettere nero su bianco una chiacchierata con questo artista fuori dagli schemi. Buona lettura.
I Tarocchi sono entrati nella mia vita in un periodo di ricerca, di pratiche esoteriche e del New Age. Ne sono stato attratto, fin da piccolo. A dir la verità, non dal Tarocco in sé, ma dai simboli in generale. Mi hanno sempre seguito da quando avevo tre o quattro anni.
Inizialmente avevo preso in mano l’I Ching, ma la voglia di studiare i Tarocchi si faceva sentire. Volevo capirli fino in fondo dato che era uno strumento che già in passato aveva bussato alla mia porta. Dal canto mio l’ho sempre ignorato perchè mi sembrava uno studio immenso e complesso, che non avevo nemmeno voglia di affrontare. Cercai notizie su internet e lessi qualcosa a riguardo dei Rider Waite. Come un evento sincronico, il giorno dopo mi imbattei proprio in questo mazzo con annesso un libro. Lo comprai dando energia a questa sincronicità. Però, leggendo il libro, l’apparato nozionistico mi è apparso complesso e quindi mi sono scoraggiato. È come se quello che avevo sempre sospettato sulla complessità del Tarocco stesse prendendo vita.
Poi ho visto i corsi di scuola TDM e quella è stata la svolta. In quel periodo stavo male per ragioni personali. Ricordo che andavo al corso in bicicletta ed era una giornata piovigginosa, con quel cielo giallognolo che non lascia presagire nulla di buono. Ma era anche il classico cielo da arcobaleno. Pensai che sarebbe stato di buon auspicio vederne uno e, come per incanto, quando voltai l’angolo, vidi un arcobaleno verticale, non il classico a mezzaluna, ma quasi una linea colorata dritta che partiva dalla Libreria Esoterica di Firenze nella quale si teneva il corso. Quella fu la conferma.
Ho conosciuto così il Tarocco di Marsiglia e me ne sono innamorato. Questo mazzo è onirico e il fatto che ci sono insegnamenti velati nel suo simbolismo, lo rende uno strumento potentissimo. Il codificare un insegnamento nel mazzo è una dimensione eccezionale. Io non so chi l’ha fatto, se è stata un’opera a quattro o a sedici mani. Non lo so, però l’energia che ne trapela è stupenda, meravigliosa. Questo mazzo è il depositario di qualcosa di magico, un insegnamento che altri Tarocchi non hanno.
Lasciati e ripresi
Dopo averli studiati decisi di accantonarli per un po’. Smisi un paio d’anni perché mi sentivo troppo condizionato, avevo paura di quello che vedevo. Poi, nel tempo, ho capito che anche se vedevo o percepivo situazioni negative, ero comunque libero di agire come volevo. Così ho inquadrato le carte come fossero consiglieri extra-ordinari, che ti lasciano libero di fare quello che vuoi e di vedere quello che c’è dentro di te. Nulla di magico. Ciò che si crea, però, è una connessione con qualcosa di invisibile che ti parla attraverso questi pezzi di carta.
Ho ripreso in mano i Tarocchi quando la mia relazione sentimentale è finita. Mi sono ritrovato da solo e con una particolare esigenza di relazionarmi e di confidarmi con me stesso. Dato che anni addietro avevo fatto un corso con scuola TDM e mi ero dato l’opportunità di imparare, decisi di riprendere in mano i Tarocchi. D’altronde sarebbe stato un grande spreco lasciare andare questo insegnamento, anche perché avevo già capito e assaporato i principi di funzionamento degli arcani. Allora mi sono dato un’altra possibilità e da lì ho ricominciato e, con mia grande sorpresa, i Tarocchi hanno “funzionato” meglio di prima. È stato come rivedere un vecchio amico con il quale avevi litigato dopo tanto tempo e, incontrandolo di nuovo, non ricordi nemmeno il motivo del litigio. Sono tornati nella mia vita più potenti che mai. Pensavo di essermi scordato delle nozioni apprese, però era solo a livello cosciente, difatti è tornato tutto fuori non appena ho avuto tra le mani le carte. Da allora, le porto sempre con me.
Tarocchi e credenze
Uno dei modi per approcciare in modo sano al Tarocco è quello di togliere di mezzo il folklore. Le pratiche folcloristiche vanno bene se sono qualcosa che senti dentro. Tuttavia, quando queste credenze sono limitanti, allora bisogna toglierle assolutamente di mezzo. I fronzoli, le usanze, i modi di dire, non servono se si vuole usare il Tarocco. Se li accantoniamo, allora iniziamo un rapporto con gli arcani pulito, intelligente e sano.
Ho incontrato molta gente che studia tarologia e l’errore più comune è che tutti si fossilizzano sulle credenze. Continuano ad usare metodi imparati da un libro senza sapere bene il perché si fa così. Mi sembra di vedere persone che vanno a caccia di informazioni, con studi sincretici, ma alla fine si confondono perdendosi in un bicchier d’acqua. Inoltre, quando sono confusi, non cercano nemmeno di fare chiarezza, vanno semplicemente avanti senza lucidità e così, sbagliano tutto.
Carte del giorno
Ogni giorno tiro fuori due carte: le carte del giorno. Queste mi aiutano ad affinare l’intuizione. Da un lato, le uso per vedere la mia situazione energetica giornaliera e, dall’altro, per studiare le relazioni simboliche. Quando analizzo le due carte, uso più l’intuito che il significato tradizionale. Le carte del giorno mi aiutano ad avere direttive sulla giornata e poi, quando vado a leggere normalmente le carte, noto che le connessioni che ho sviluppato nell’analisi del duo mi saltano all’occhio in modo più agevole. Questo è anche un modo per iniziare a studiare gli arcani.
Io consiglio di iniziare lo studio del Tarocco attraverso un corso. Potrei consigliare benissimo quello che ho fatto io, di scuola TDM. Vedo tante persone che approcciano alla materia in modo approssimativo, facendo delle generalizzazioni e annaspando molto nel dare un senso a ciò che vedono. Facendo invece questo percorso, sei in grado di togliere i falsi miti e i fronzoli, al fine di avere una conoscenza tale di questo strumento che ti permetterà di utilizzarlo in modo potente. Per me ha funzionato così. Quando invece leggi un libro, anche con le migliori intenzioni che hai, finisci per imparare qualche significato e qualche metodo di lettura, ma alla fine non capisci fino in fondo la materia. Puoi illuderti di farlo, ma non è così. Questo non serve a niente, se non a perdere soldi e tempo.
Il futuro del Tarocco
Per il Tarocco vedo un grande futuro, perché le persone si stanno aprendo allo strumento e sono sempre più interessate. Si stanno finalmente scrollando da dosso credenze lontane dalle carte. La gente ne capisce le potenzialità ed anche l’approccio odierno è più psicologico che cartomantico. Potrebbe addirittura tornare in auge come era trenta o quaranta anni fa.
Inoltre, le carte sono un mezzo per comunicare con gli altri perché sei in grado di entrare ad un livello di profondità e di confidenza al quale non potresti giungere altrimenti. E in un periodo sociale come questo, dove andiamo tutti di corsa e non ascoltiamo più niente, questa è una dimensione sacra. I Tarocchi diventano così una porta di accesso all’anima dell’altra persona perché si instaura un rapporto di fiducia notevole. Questo è un aspetto che, a volte, passa in secondo piano, ma io voglio evidenziarlo per bene. La proprietà del Tarocco di far aprire le persone e accedere così ad un livello di comunicazione non raggiungibile in altro modo, è una proprietà immensa degli arcani.
Il Tarocco mi stimola a leggere, mi stimola a scrivere, stimola l’immaginazione e la creatività che, con il mio lavoro, serve tantissimo. Ha tanti risvolti positivi. Anche se non usi le carte per vedere chissà che cosa, il fatto che queste siano in grado di stimolarti per sviluppare tutte quelle pratiche che fanno bene alla conoscenza, è magnifico e mi permette di dire che il Tarocco è uno strumento che può salvarci da quel futuro poco roseo nel quale, l’umanità, sembra essersi incanalata.