Oggi studiamo insieme un argomento che può risultare di difficile comprensione: l’inconscio collettivo.
Uno dei modi per studiare in modo proficuo i Tarocchi è quello di attualizzare i simboli presenti nelle carte.
Difatti, gli arcani, sono uno strumento che pone le radici nel fondo dei secoli, a partire almeno dal Medioevo.
Quando, però, ci troviamo a leggere le carte a qualcuno nel XXI secolo, dobbiamo necessariamente trasformare i simboli antichi in simboli moderni.
Un esempio specifico è rappresentato dal Carro.
Questa carta infatti, oltre ad un principe, ai cavalli e ad una carrozza, può benissimo rappresentare un’automobile.
Sono cosciente del fatto che anticamente non esistevano le automobili, ma ciò che importa non è la forma o la struttura con la quale si palesa l’oggetto.
Ciò che è davvero essenziale, è l’idea del moto per mezzo di un veicolo. E quell’idea è preformata, immutabile nello spazio e nel tempo.
Secondo Carl Gustav Jung, l’inconscio collettivo è una sorta di contenitore universale. All’interno di questo contenitore ritroviamo la parte comune dell’inconscio individuale.
In esso risiedono gli archetipi, ovvero quei simboli e quelle forme che si manifestano in ogni popolo, di ogni epoca, di ogni cultura, di ogni credo e così via.
C’è una sostanziale differenza tra l’archetipo e l’esperienza personale perchĂ© l’esperienza personale è frutto di una conoscenza pratica dell’evento mentre, l’archetipo, abbraccia un mondo piĂą istintivo.
Ecco cosa dice Jung al riguardo degli archetipi:
« […] al mondo effimero della nostra coscienza essi comunicano una vita psichica sconosciuta, appartenente ad un lontano passato; comunicano lo spirito dei nostri ignoti antenati, il loro modo di pensare e di sentire, il loro modo di sperimentare la vita e il mondo, gli uomini e gli dei. »
Usando un’altra terminologia, possiamo anche sostenere che, l’inconscio collettivo, altro non è che l’organizzazione della psiche umana, dove per “umana” intendo di tutta l’umanitĂ , che si è originata e si è sviluppata nel corso dei secoli.
Quando facciamo riferimento alle carte dei Tarocchi, dobbiamo necessariamente capire come un determinato simbolo possa essere collocabile nella società moderna, proprio perché, questo sistema esoterico e filosofico, poggia su un patrimonio fatto di segni, simboli e immagini.
Per esempio, possiamo pensare che, l’archetipo della mamma, sia condiviso e condivisibile da tutte le persone di tutto il pianeta perchĂ©, ognuno di noi, indipendentemente dall’esperienza personale, percepisce che la figura femminile in grado di prendersi cura della prole e di farla crescere in salute, è un’immagine affidabile, di protezione e affetto.
Esercitati a modernizzare un simbolo
Un esercizio che ti aiuterà molto, soprattutto se sei lanciato nella lettura del tarocco di Marsiglia, è quello di osservare ogni singola carta e provare ad attualizzare i simboli proposti.
Proviamo insieme a fare un esercizio con Il Matto.
Questa carta presenta un uomo che sta camminando e che porta un fardello. Quel fardello rappresenta la bisaccia dei pellegrini nel Medioevo.
Ora, all’interno della bisaccia, potevano essere contenuti dei preziosi o degli averi che il pellegrino avrebbe portato con sĂ© per il resto del suo viaggio.
Cosa può sostituire, oggigiorno, una bisaccia?
Probabilmente parliamo di una valigia, oppure di una 24 ore o, ancora, di un qualunque bagaglio più o meno grande che ci può aiutare a trasportare i nostri averi, compreso un marsupio oppure una borsa.
Per molti simboli questa trasposizione sarĂ semplice ed evidente, per altri dovrai ragionarci su.
Devi sviluppare ed affrontare questo esercizio con diligenza e cura perchĂ© il tuo grado di bravura nel padroneggiare il tarocco, dipenderĂ dalla tua abilitĂ di cavalcare la conoscenza del simbolo e dell’archetipo.
Proprio per questo, nel mio corso in cui insegno a leggere i Tarocchi di Marsiglia, dedico un’intera sezione allo studio dell’archetipo e a come si deve modernizzare un simbolo per riuscire a dare letture degne di nota.