Telepatia e Tarocchi.
Facciamo subito chiarezza su un punto importante.
La telepatia è la facoltà di trasmettere o percepire immagini o messaggi senza l’uso dei sensi.
Non c’entra nulla, o quasi, con la chiaroveggenza, che è la facoltà di prevedere ciò che il futuro ci riserva; una sorta di visione paranormale, cioè indipendente dal canale dei sensi, di oggetti, fatti o persone lontani nello spazio e nel tempo.
Se da un lato la chiaroveggenza viene spesso associata ai tarocchi e, probabilmente, in futuro troverai un articolo su questo blog, oggi voglio investigare sulla relazione tra telepatia e tarocchi.
Ovvero, se durante un consulto è possibile, attraverso un canale di comunicazione metafisico, percepire ciò che c’è nella mente del consultante.
D’altronde sappiamo benissimo che molti lettori di carte dicono di avere questa dote e di poter leggere il pensiero per mezzo dei tarocchi.
Ma tutto questo è possibile?
Cerchiamo di capirlo insieme in questo articolo che, come tutti i miei lavori, non sono rivolti a chi vuole credere, ma a chi vuole capire.
A livello percettivo, l’essere umano dimostra delle capacità estremamente limitate.
Ci muoviamo nel mondo dei sensi alla stregua di persone sensorialmente limitate. Non vediamo gli infrarossi così come gli ultravioletti. I suoni al di sopra dei 15000 periodi e al di sotto dei 30 non vengono percepiti dal nostro orecchio.
I cani, per esempio, riescono in questo intento molto meglio di noi.
Proprio questa deficienza uditiva ci ha impedito di capire molti fenomeni della natura, come per esempio il volo dei pipistrelli che per tanto tempo è stato attribuito a situazioni sovrannaturali.
Grazie alle scoperte scientifiche, nel tempo, abbiamo capito che il pipistrello vola senza bisogno di ricorrere a poteri magici, riuscendo a trovare la rotta grazie all’eco dei suoi squittii ultrasonici.
Come non parlare anche di tutti quegli animali che riescono a percepire, prima di noi, i terremoti?
Anche in questo caso, non si tratta di saper prevedere il futuro, quanto di avere delle doti naturali migliori delle nostre.
Io credo che questa limitatezza percettiva debba farci riflettere.
Se siamo così ciechi e sordi di fronte a tanti fenomeni della natura, quante altre cose ci sfuggono?
Prendiamo come modello esemplificativo il volo dei piccioni che sembrano orientarsi grazie al campo magnetico terrestre.
Ma allora perché anche noi non possiamo essere sensibili a questo campo? E se così fosse, quali conseguenze potrebbe avere questo stato di cose?
Diversi studi scientifici hanno dimostrato che, effettivamente, anche l’essere umano percepisce, in forma lieve, il campo magnetico (o le fluttuazioni di campi elettromagnetici) e sembra che questo stato influenzi il ritmo, sia della veglia che del sonno.
Ma è possibile quindi chiederci se il nostro cervello, potente e straordinario, abbia energie capaci di trasmettere tali segnali?
Sappiamo, infatti, che il cervello umano processa un’attività elettrica intensa. Difatti le onde cerebrali sono monitorate e registrate dall’elettroencefalogramma.
Ma allora perché è così difficile credere che queste onde possono propagarsi nell’etere ed essere captate a distanza da un altro cervello?
È vero che si tratta di un tipo di trasmissione sconosciuta ad oggi, ma proprio come era sconosciuta, negli anni ‘60, la trasmissione radio. Perché quindi il nostro cervello non trasmette l’attività elettrica?
Secondo la scienza, questo è impossibile perché una cellula nervosa ha la potenza elettrica di un miliardesimo di W. e questa potenza è troppo bassa per produrre un effetto concreto nel mondo.
Ovvio, potrebbero esistere onde cerebrali di altra natura che ad oggi non conosciamo, ma è come pensare che sfere di ghiaccio cristallizzate al gusto di limone, gravitano attorno alla luna. È una possibilità, certo! Finora non dimostrata ma, magari, dimostrabile in futuro.
Quindi, il pensiero è retto da campi magnetici deboli che sono captabili a circa un centimetro dalla testa e solo utilizzando rilevatori estremamente sensibili.
Preso atto che l’intensità del segnale diminuisce con il quadrato della distanza, se ci mettessimo a 3 cm dalla testa, l’energia prodotta dal nostro cervello diminuirebbe di ben 9 volte. E questo renderebbe praticamente impossibile che questo segnale sortisca effetti apprezzabili sul mondo circostante.
In tutto questo discorso, sto trascurando il fatto che siamo immersi in un coacervo di interferenze di campi magnetici, come l’ascensore del nostro condominio, le strutture metalliche del palazzo e molti altri ancora.
Questi campi magnetici in cui siamo immersi, e che determinano la realtà circostante, vanno a sporcare e a cancellare definitivamente un segnale, come quello del nostro pensiero, già debole di suo.
Non è nemmeno possibile pensare ad una situazione affine a quei film di guerra per cui, attraverso la radio, si percepiscono delle onde morte in grado di far gracchiare l’apparecchio quasi in disuso. Questo perché, il cervello, non emana onde radio, ma campi magnetici che, per produrre onde elettriche, avrebbero bisogno di frequenze molto più alte.
Diciamo che, per essere in grado di trasmettere con frequenze significative, bisognerebbe applicare sulla testa di un essere umano un’antenna di circa 5 km oppure, trasformare l’uomo in un superconduttore, immergendolo, per esempio, nell’elio liquido ad una temperatura di 260 gradi sotto zero.
È facile pensare come, in quella situazione, l’essere umano morirebbe e, nel giro di una manciata di secondi o poco meno, non ci sarebbe più nulla da trasmettere.
Ora, sono cosciente che l’idea dell’esistenza di una realtà extra ordinaria non si arrende davanti ad alcuni assiomi scientifici. E questo va bene così anche perché, la fisica moderna, è in grado di regalarci innumerevoli spunti che lasciano presagire l’esistenza di un mondo estremamente più complesso di quello che percepiamo con i nostri sensi.
Anzi, di un mondo più complesso rispetto a quello che le leggi della fisica più vecchia ci ha spiegato fino ad oggi!
Esperimenti e ipotesi, a livello non solo quantistico, mettono in discussione principi della fisica che abbiamo accettati come veri, come la causa effetto, la barriera della velocità e quella della luce.
Sembra proprio che la fisica moderna abbia tracciato un netto distacco con quella del passato.
Non a caso la fisica quantistica potrebbe essere definita la parte spirituale della scienza perché, ammette fenomeni indipendentemente dal fatto che possano essere toccati con mano.
Insomma, cerca di investigare anche le dimensioni e le percezioni extrasensoriali.
Bisogna però sottolineare che, alcune sfaccettature piuttosto folkloristiche della fisica moderna sono, in realtà, dimensioni esclusivamente teoriche sulle quali esistono accesi dibattiti.
Nonostante è necessario essere aperti a tutte le possibilità e a tutte le strade investigative che ci permettono di gettare nuove basi per la comprensione del mondo e dell’universo, bisogna mettere al bando chi impiega determinate lacune per promuovere concetti completamente privi di senso, come la possibilità di controllare il mondo fisico con la propria mente.
Chi sostiene che questo sia possibile, sta commettendo due grandi errori: il primo è quello di essere un bugiardo e divulgare un concetto erroneo ed il secondo è quello di essere un ostacolo al vero progresso, nel già arduo viaggio della conoscenza.
Il problema è che quando ci affacciamo sul campo del poco conosciuto o delle ipotesi, è semplicissimo spingersi più in là di quello che gli indizi e i dati sperimentali ci possono suggerire.
Anche a livello puramente matematico, spingendo un’equazione ai suoi limiti, otteniamo risultati particolarmente sorprendenti, con contraddizioni e numeri impossibili.
È proprio per questo che bisogna lasciare l’onere della prova a chi afferma qualcosa e non il contrario. Spetta a chi sostiene di credere in Dio fornire le prove della sua esistenza e non a chi non ci crede dire il motivo per cui Dio non esiste.
Il fatto che vecchi concetti scientifici sono stati messi in dubbio grazie a nuove scoperte fisiche è più che normale. Dobbiamo scoprire ancora così tanto del mondo e possiamo sempre correggere vecchie teorie scientifiche con le quali lo abbiamo spiegato fino ad oggi.
Ma questo non significa di certo che dobbiamo colmare suddette lacune per mezzo della visione psichica o trascendentale che, nel 90% dei casi, viene affrontata con leggerezza e pressapochismo.
Parliamoci chiaramente, il mondo che ci circonda è molto più complesso di quello che abbiamo potuto spiegare, comprendere e conoscere fino ad oggi, ma questo non può essere una giustificazione per iniziare a tirare a indovinare.
È impossibile fare un mix tra ciò che si conosce e ciò che si crede.
È dai tempi di Galileo che stiamo cercando di separare la credenza dalla conoscenza. Quello che molte nuove scienze fanno è dare valore ad una teoria cercando di trasformarla in legge.
Ma non ci dimentichiamo che il compito di una teoria non è quello di dimostrarsi giusta o sbagliata, ma è quello di suggerire dei buoni esperimenti in grado di mandarci avanti sul cammino della conoscenza.
Non a caso potremmo discutere all’infinito sulla meccanica quantistica, sull’esistenza di nuove dimensioni o sul mondo subnucleare, senza mai riuscire a dimostrare nulla, semplicemente facendo diventare queste discussioni materia di una piacevole chiacchierata davanti ad un caffè oppure riempiendo di retorica i post che condividiamo sul nostro social network preferito.