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Il Blog Di Francesco Guarino

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I Tarocchi con Alberto Manieri

I tarocchi con Alberto Manieri

Iniziamo l’anno nuovo con la prima intervista.

Proprio così, lo sappiamo tutti che, per molti, l’anno nuovo inizia a settembre e non di certo a gennaio.

Così, oggi presento un ragazzo che ha saputo trasformare la sua vocazione per l’ascolto attivo e per l’interpretazione della realtà circostante in una professione.

Uno degli strumenti che utilizza per decifrare ciò che ci circonda è proprio il tarocco, o meglio, il tarocco di Marsiglia.

Ho conosciuto Alberto grazie alla sua bellissima pagina facebook che, tra le tante cose, ti invito a visitare.

Alberto, cosa sono e cosa sono per te i Tarocchi?

I Tarocchi sono un libro sacro che racconta la storia dell’umanità, dell’essere umano e della sua evoluzione. Sono anche un alfabeto, quindi la storia raccontata tramite simboli e colori, numeri e forme. Personalmente li ritengo uno strumento per esprimere la mia creatività.

Io vengo da un percorso di crescita personale di sette anni che mi ha portato a lavorare tanto su di me e mi ha spinto a voler aiutare gli altri. Più che altro, a rendermi disponibile e a mettermi al servizio del prossimo.

Non mi inquadravo neanche come operatore o come consulente nell’ambito “spirituale”.

Quando ho iniziato a lavorare nel mondo della comunicazione, aprendo in seguito anche una casa editrice, pensavo bastasse quello per divulgare, in modo sottile, un messaggio.

Nel tempo, invece, è nata l’urgenza di esprimermi direttamente con i Tarocchi perché mi sono sentito scelto e, senza troppe premesse, ho cominciato a leggerli per gioco.

Curioso, parlami del tuo primo incontro con gli Arcani…

Ti racconto questo breve aneddoto per spiegarti il mio contatto con il tarocco.

Diversi anni fa ero a un evento di un’altra casa editrice. Davo una mano e vendevo un nuovo mazzo di Tarocchi: i Tarocchi degli Angeli.

Ora, devi sapere che per tanto tempo mi sono sentito perseguitato dai Tarocchi.

Li vedevo sulle riviste, in TV, me ne parlavano di continuo e, a dirla tutta, ne ero molto spaventato. Parliamo del 2010/2011. Avevo 19 anni!

Durante l’evento, per gioco, dicevo a tutti di pescare tre carte.7

Ripeto, erano i Tarocchi di Marsiglia rivisitati da questa esperta di angeli, quindi i simboli erano trasformati in forme angeliche, figure mitologiche e così via.

Questo, però, ha permesso a un ragazzo di 19 anni come me, spaventato da quel mondo, di trasformare ciò che era oscuro e segreto in qualcosa di rivelato e luminoso.

Mi sono avvicinato, giocando, al mondo della lettura e ho visto che gli Arcani iniziavano a parlarmi.

Le persone mi dicevano che la mia lettura era corretta e, nonostante non facessi mai previsioni di alcun tipo, notavo che quello che mi suggeriva la carta era accolto con positività da chi mi era di fronte.

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Come è continuato il tuo cammino su questo percorso?

Ho conosciuto Alejandro Jodorowsky perché, con il mio socio, abbiamo organizzato una serie di eventi condotti da lui a Milano. Personalmente lo conoscevo solo di nome.

Nel tempo ci sono stati tutti una serie di eventi che mi hanno fatto sentire quasi in obbligo di continuare su questo cammino e, così, ho scoperto che non c’era nulla di nascosto e di criptico.

I Tarocchi hanno un proprio linguaggio che sembra essere una storia lunghissima e profondissima, raccontata per mezzo dei 22 Arcani Maggiori e dei 56 Arcani Minori.

Mi sono sempre chiesto come potessero contenere così tanta bellezza e tanta verità.

Sarò sincero, ho iniziato a usarli senza conoscerli e sono stati, per me, uno strumento di creatività perché, maneggiandoli quotidianamente, mi permettevano di tradurre le mie percezioni e riuscivo così, ad argomentare meglio riflessioni e pensieri a chi mi stava davanti.

Solo nel 2016 ho deciso che i tarocchi sarebbero stati un lavoro e, da quando ho iniziato, ho dato il via anche a una crescita personale. Più andavo avanti e più scoprivo cose sulle carte.

Ho capito che ci parlano individualmente, cioè a volte ti sussurrano qualcosa e a volte te lo dicono chiaro e tondo, altre volte ancora li leggi di giorno e i messaggi ti arrivano di notte.

Tutto questo è davvero molto affascinante.

Prevedi il futuro?

Non penso che la previsione del futuro sia possibile con i Tarocchi. Personalmente non leggo il futuro, nel senso di lettura previsionale dei Tarocchi.

Per me non si usano i Tarocchi per la divinazione, ma per dare forma alla voce interiore del consultante. Non a caso, quando sto facendo un consulto, c’è sempre qualcuno che mi dice: “Questa cosa la sapevo già”.

Non sono più stupito da questa situazione perché so che, in qualche modo, quello che dico sono informazioni che vengono attratte dal campo della persona.

Se leggo individualmente ad un consultante, le carte mi permettono di tradurre queste informazioni grazie ai simboli e agli archetipi degli Arcani Maggiori.

Dico “Arcani Maggiori” perché, nel mio caso, sono quelli che uso principalmente.

Interviene così quella che io penso essere una sensibilità o un’attitudine che si può allenare e che hanno tutti.

Tradurre queste informazioni in parole significa dare adito a questa voce che resta spesso inascoltata e inaccettata dalle persone.

Così, riescono a percepirla più facilmente dato che è tradotta e interpretata da qualcun altro all’infuori di loro stessi.

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Per cosa sono utili, agli altri, gli arcani?

Permettono di identificare un passaggio della vita della persona e di dare un nome ad un contesto.

Aiutano a reinterpretare il momento e vederlo in chiave diversa, in una prospettiva più ampia, per conoscerne il quadro generale.

Solitamente le persone non hanno questa capacità, si perdono in un bicchier d’acqua.

Grazie ai Tarocchi riescono ad avere una visione più ampia della loro vita e del momento presente, di ciò che stanno passando, dall’amore al lavoro.

Personalmente non tratto l’argomento “salute” perché penso spetti a chi se ne occupa professionalmente, che sia uno specialista oppure un medico. Certo, queste figure professionali possono usare i Tarocchi, ma io non lo faccio perché non provengo da questo campo specialistico.

Gli Arcani possono essere anche usati per aiutare le persone a raggiungere un obiettivo. Indipendentemente da tutto, devono essere qualcosa di utile e di vero, nel senso che devono parlare direttamente alla persona.

A me non interessa raccontare la mia visione o di reinterpretare la vita del consultante in base a ciò che mi confida. Mi attengo a ciò che mi dicono le carte senza stravolgerne il messaggio originario.

Do delle chiavi di lettura. Proprio per questo faccio tante domande. Evito così di dare la mia visione della situazione. Voglio stimolare la riflessione dell’altro.

Consiglia dei libri a chi vuole leggere qualcosa.

Beh, da casa editrice, ti consiglio i miei! Sto scherzando.

Dei testi che consiglio sono quelli di Antonio Bertoli che, d’altronde, ho conosciuto personalmente perché abbiamo organizzato dei corsi di psicobiogenealogia.

La psicobiogenealogia è anche la materia alla quale mi avvicino di più.

Bertoli ha sviluppato un discorso legato ai sintomi e non alle patologie. Ripeto, non mi occupo di questo e non voglio neanche indagare, ma è anche vero che molte persone ti parlano di un sintomo e se ne può facilmente riconoscere una ripetizione.

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Molti ritengono incompleto il lavoro di Bertoli.

Solo in apparenza il lavoro del Bertoli può sembrare incompleto perché l’anno in cui ha pubblicato il suo libro è anche l’anno in cui è morto. Tuttavia aveva una conoscenza importante della materia.

Il Bertoli ha introdotto diversi concetti come l’invenzione della figura del padre.

Molti problemi sembrano spesso essere collegati alla figura della madre e molte persone mi chiedono come mai sempre la madre. L’intestino la madre, l’alluce del piede sinistro la madre.

È davvero tutto ascrivibile sempre e solo a lei?

In realtà, questo avviene perché biologicamente la figura della madre è quella più legata al nostro nutrimento.

Alla figura del padre sono associate altre dinamiche di natura mentale. È una figura che ha creato la psiche umana, in natura non esiste la figura del padre.

Anche guardando il regno animale, la madre è la figura di riferimento per i cuccioli.

In questo contesto il padre non ha niente a che fare con la famiglia né stabilisce legami fissi con la femmina, se non a livello biologico. Sembra triste, ma non lo è.

L’evoluzione dell’umanità è stata bellissima, è nata la famiglia, però trascina con sé qualche concetto che può far storcere la bocca.

Tu hai una bellissima pagina su Facebook – I Tarocchi della realtà. Come ti è venuta l’idea per questa pagina?

Il significato della pagina – I Tarocchi della realtà – è racchiuso nel mio modo di vedere la questione.

I tarocchi come lettura della realtà. Mi spiego meglio.

Una persona con la quale ho lavorato individualmente in passato, mi aveva trasmesso questa intuizione. Mi chiese: “Perché non provi a leggere la realtà, la gente o gli oggetti in una stanza? In qualsiasi stanza o in qualsiasi ambiente!”.

Ecco, leggere una casa, un giardino, una pianta o il cielo. È come nei tarocchi.

I quesiti che il consultante ti pone sono le chiavi che ti permettono di aprire le porte. Anziché scegliere una carta dal mazzo, la persona sceglie un oggetto nella stanza.

Questo tipo di “lettura della realtà” mi ha permesso di utilizzare i Tarocchi come uno dei tanti strumenti con cui è possibile leggere e decifrare ciò che ci circonda.

Insomma, la verità non è segreta e non è nascosta. Non è nemmeno arcana. È rivelata ed è di fronte agli occhi di tutti.

Nei tarocchi questo si vede nei simboli e nei colori e in tutto ciò che viene utilizzato per mostrartelo.

Che dire, mi fa molto piacere il successo di questa pagina perché mi mette in contatto con persone che ormai conosco quasi per nome.

Il mio pubblico sente che lo sto facendo come un dono perché io ho aperto questa pagina come se fosse un mio dono alle persone, il mio contributo all’Universo.

Che intendi quando dici che è un dono?

Quando ho iniziato a fare i Tarocchi professionalmente ho deciso di farli esclusivamente a pagamento.

Attenzione, non dico che devono essere per forza pagati. Dico che per me è stata una scelta professionale. Tuttavia, ho notato che le persone conoscono i Tarocchi, ma non li conoscono davvero.

Io gli dono una spiegazione da vicino. Ecco, penso che mostrando gli Arcani da vicino, utilizzandoli e non stando lì a fare la lezioncina, si crea un flusso di conoscenza e di vicinanza con il mio pubblico.

Questa vicinanza e questa sincerità è stata percepita ed è stata anche ricambiata. I feedback quotidiani che ricevo mi spingono a fare ancora di più.

Ho scelto anche una bella estetica, con foto studiate e ricercate. Cerco la luce giusta e gli oggetti che, per me, hanno dei significati e che possono mettere energia alla composizione. Non per forza descrittivi o digitali.

Mi piace molto anche la pulizia. Al bando tutti i ghirigori o i fronzoli. Arrivo all’essenza.

Questo, per me, è il motivo del successo.

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Perché i Tarocchi di Marsiglia?

I Tarocchi di Marsiglia sono gli unici che cercano di tramandare il Verbo originale.

Chissà quali saggi hanno deciso di scrivere questa specie di Vangelo?!

Racchiudono in sé i significati, la simbologia e la verità raccontata da diverse religioni. Per non schierarsi, ne utilizzano tutte le simbologie.

Non a caso trovi, nella stessa carta, simboli che appartengono a diversi mondi. Sono messi insieme di proposito perché loro non appartengono a nessuno e quindi… appartengono a tutti.

In questo modo riescono a far uscire fuori tante cose dall’inconscio. Ti “sputano fuori” dall’inconscio collettivo e ti fanno arrivare alla coscienza collettiva. Ecco, ti fanno assaporare e avvertire la coscienza cosmica.

Chi viene dalla scuola esoterica anglosassone crede che il Tarocco di Marsiglia sia il più semplice. In realtà, la sua simbologia è viva e ti parla. Basta non fermarsi all’apparente banalità del tratto.

Ora voglio stuzzicarti un po’. Perché, a volte, i lettori di Tarocchi sviluppano una certa insofferenza nei confronti dei consultanti?

A mio parere, questo avviene quando le persone, tarologi e operatori in genere, fanno questo lavoro senza attingere a qualcosa di più grande.

Per esempio, quando lavorano attingendo a conoscenze e pensieri personali e questo, di conseguenza, li rende stanchi e affaticati. È un’attività della mente!

Leggono i Tarocchi con la testa, non in senso negativo, però, utilizzano solo quella parte lì. Da qui può nascere quello strano sentimento di avversione verso il consultante.

Quando ami quello che fai, attingendo alle energie universali, non ti stanca nulla e nessuno. Personalmente ho fatto intere giornate di letture senza sentirmi stanco. Nemmeno fisicamente.

Prima hai parlato dei Tarocchi come una tua “scelta professionale”. Puoi dirmi di più?

Voglio mettere in atto il mio potenziale creativo. Prendere il Matto che c’è in me e fare tutto il percorso, fino a farlo diventare il Mondo.

Così ho pensato che il Tarocco fosse lo strumento giusto, sebbene vado in profondità anche attraverso altre conoscenze.

Un altro motivo è quello di cambiare la visione dei Tarocchi nel mondo.

Le persone ne conoscono il lato divinatorio, ma vorrei che ne conoscessero il significato più profondo, o almeno che si avvicinassero a questo.

Io penso che il mio lavoro possa servire, anche in piccola parte, a riabilitare la visione di questo strumento. Mi piace pensare che un domani, qualsiasi persona vedrà i Tarocchi, penserà a quello che abbiamo detto in questa intervista piuttosto che a situazioni di folclore o cartomantiche.

Mi piacerebbe che la gente capisse che il Tarocco è una Verità, un libro sacro e non qualcosa da consultare per conoscere il futuro o la fortuna.

Questo cambio di prospettiva permette anche di cambiare la visione della vita e della realtà.

Quindi, consente alle persone di iniziare un percorso e di dargli quello stimolo di riflessione per portarli a capire che c’è qualcos’altro oltre a quello che vediamo con gli occhi, andare oltre al visibile, a quello che vedono.

Poi, capito questo, ognuno troverà la sua strada nel mondo, la dimensione alla quale è più vicino.

A proposito di Alberto

Imprenditore nel mondo della comunicazione e dell’editoria, coltiva da anni la passione per l’ascolto delle persone. Nel tempo, l’ascolto è diventato osservazione, rivelandosi un potente strumento di percezione della realtà.

Il suo primo percorso di studi è stato in lingue straniere. Solo dopo molto tempo ha scoperto che quello che aveva imparato non era la conoscenza nozionistica delle lingue, ma la capacità di interpretare e tradurre la realtà attraverso linguaggi diversi da quelli che siamo abituati a usare.

Uno di questi linguaggi sono i Tarocchi di Marsiglia. Legge i 22 Arcani maggiori come lettere dell’alfabeto: la combinazione delle carte dà una frase che, come una chiave ritrovata, permette di accedere a stanze della nostra essenza, spesso dimenticate.

Alberto Manieri
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Francesco GUARINO

negli ultimi anni Francesco ha creato un seguito di migliaia di tarologi, venduto centinaia di migliaia di copie dei suoi libri, ridefinito il concetto di lettura Tarocchi e fondato una scuola di tarologia che aiuta un milione e mezzo di persone ogni anno a fare l’esperienza tarologica in tutti i suoi aspetti.

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