Oggi parleremo di qualcosa che tutti, ma proprio tutti i lettori di carte dovrebbero conoscere. Perché se è vero che studiare da libri o corsi risulta essere un modo efficace di lanciarsi su questo percorso di comprensione, è anche vero che è necessario sviluppare doti che ti permetteranno di essere un lettore di Tarocchi migliore.
Ora, immagina questa scena. Una persona che vuole consultare i Tarocchi va da un lettore e quell’interprete è in grado di dire, per filo e per segno, dinamiche, pensieri, frequenze ed energie che ruotano attorno a quel particolare settore di vita del consultante.
Magari si potrebbe parlare di un lavoro che assorbe in modo negativo tante energie della persona. Il tarologo di turno, davanti al consultante in profonda apprensione, potrebbe dire qualcosa del tipo:
“Questo lavoro non fa per te e ti conviene lasciarlo subito prima di ritrovarti in situazioni di disagio invalidanti.
Ricorda che ti stanno sfruttando! E, peggio ancora, questo toglie tempo alla tua vita privata, al tuo matrimonio e ti fa trascurare i tuoi figli.
E tutto questo per cosa? Per una manciata di spicci che loro chiamano stipendio? Ti stai davvero rovinando la vita per 600€ al mese? È questo quello che vali?
Magari tua moglie, per appianare la tua mancanza ti tradisce e i tuoi figli diventeranno anaffettivi per colpa dell’assenza paterna!”.
Ora immagina lo stesso tarologo, lo stesso consultante e lo stesso problema che viene affrontato come segue:
“Probabilmente il tuo lavoro non ti rende giustizia e potrebbe crearti dei problemi complementari.
Perché non vediamo insieme come risolvere la situazione lavorativa e, conseguenzialmente, altri aspetti collaterali della tua vita che potrebbero essere toccati da questa situazione?”.
Come vedi, la questione è la medesima ed il problema da affrontare non differisce. Ma il vero punto focale della questione è il modo di trattare il tutto.
Nel primo caso il tarologo dimostra una totale assenza di empatia e di collegamento emotivo con il consultante. Nel secondo, la sua disponibilità è resa manifesta dal modo di porsi e nonostante l’aria che tira non sia delle migliori, le energie condivise sono distese e pro attive per un lavoro comune.
Ora, se dovessimo rimanere su un piano di definizioni, allora potremmo pensare all’empatia come quella capacità di porti nello stato d’animo della persona con la quale stai interloquendo.
L’empatia è una dote dell’essere umano che permette di sentire cosa sta sentendo l’interlocutore e quindi, in qualche modo, mettersi nei panni dell’altra persona.
Capito questo approfondiamo il discorso empatia nei Tarocchi.
L’Empatia Nei Tarocchi
So che affrontare l’argomento in questo modo può sembrare assurdo dato che non ci dovrebbe essere realmente differenza tra uno stato empatico quotidiano ed uno specifico affrontato nei Tarocchi.
Tuttavia mi sento di spingere il discorso in ambito tarologico per permettere a tutti i lettori di carte, che non si rendono conto dell’importanza di questa dote, di adottarla per i propri consulti.
Come dicevamo, l’empatia è la capacità di fondersi emotivamente con l’altro in modo così autentico da sentirci come si sente l’altra persona.
Ora, esiste anche un’interpretazione esoterica di questa dote che gli psichici tendono ad utilizzare per comunicare con i defunti, con gli spiriti guida e con il loro Sé superiore nelle vite passate.
In questo caso l’empatia si sposa con la medianità. Non è mia intenzione affrontare la veridicità di questo argomento nel post che ti sto sottoponendo.
Ad ogni modo, anche se è difficile da capire, è importante rendersi conto che anziché percepire l’altro come un numero nella tua agenda o qualcuno da impressionare con le proprie rivelazioni, puoi valutarlo e aiutarlo sentendo… ciò che sente.
Pensa che impronta decisiva potrebbe avere tutto ciò nei tuoi consulti.
Riusciresti ad essere più specifico, più mirato ed in frequenza con la persona che hai davanti. Proprio così. Oltre ciò sto trascurando il fatto che avrai un migliore accesso nel consultante.
Non a caso tanti lettori di carte che non sono empatici, mi confidano di dare letture super precise, ma di trovarsi davanti consultanti che si arrabbiano perché sostengono di non voler ricevere quel genere di informazioni.
Loro (i consultanti) avrebbero preferito confrontarsi in modo positivo con una persona più aperta ed ottimista.
Se anche tu sei un lettore di Tarocchi saprai bene che la verità è da preferire alla bugia e quindi non ti sto dicendo di mentire per far felice il consultante. Ma ricorda che esistono moltissimi modi per condividere la stessa verità.
Ricordi quella scena esilarante del film Ghost – Fantasma nella quale Patrick Swayze deve avvertire Demi Moore di essere in pericolo per mezzo di Whoopi Goldberg?
Guarda qui…
Questo è un ottimo esempio di ciò che intendo.
Ora, non cercherò di rendere questo articolo meno strano di quello che potrebbe apparire, ma posso solo incoraggiarti a continuare a leggere fino alla fine per capire come sviluppare la tua empatia con esercizi mirati.
Perché, a meno che non ci siano problemi psicologi sotto, l’empatia può essere sviluppata.
In campo tarologico posso dirti che l’empatia non c’entra niente con l’analisi delle carte estratte. Non c’è bisogno di valutare, di capire o di mettere insieme le informazioni che stai ricevendo durante un consulto. E sai perché? Semplicemente perché tu sei quell’informazione!
Un Primo Esercizio
Prima di partire con questo esercizio è importante spendere qualche parola sull’ego che, contrariamente a quanto si crede, è una buona cosa. Rappresenta la tua persona e la coscienza di essere chi sei.
Cosa ci sarebbe di meglio?
Non ho intenzione di litigare o confrontarmi con persone che la pensano diversamente da me rispetto questo punto di vista. Lo dirò senza mezzi termini: non sono democratico al riguardo.
Tutte le persone che ostentano una falsa spiritualità sparando a zero sul proprio ego sono persone insicure, teoretiche, che hanno reso la spiritualità un terreno fertile per la personale sterilità ed arroganza.
L’ego, quello sano, è ciò che ti permette di vivere e comportarti da individuo distinto e consapevole. Quindi, prima di attuare questo esercizio che sfiderà i sani confini dell’ego mettendolo nel posto che gli spetta, devi lavorare su questa dinamica.
L’esercizio richiede di abbandonare le tue divagazioni superficiali e momentanee e di attingere alla tua totalità, a tutti i tuoi pensieri e a ciò che sta accadendo attorno a te. Prenditi 20 minuti di tranquillità, spegni lo smart e assicurati di non essere disturbato.
Guarda questa foto in basso e dimmi cosa vedi.
Ora, puoi vedere questa ragazza come una persona che sta facendo un video corso con il sottoscritto oppure puoi iniziare a formulare diverse domande impersonando lei.
Per esempio, se tu fossi lei, come ti sentiresti? Cosa noteresti e su cosa ti soffermeresti? Quali sarebbero le cose importanti che stanno accadendo nella tua vita di cui sei consapevole mentre fai questo video corso?
Inizia anche a formulare domande decontestualizzate dalla situazione in corso:
- Cosa ti ha fatto male nel tuo passato?
- Per cosa sei grata?
- Perché hai deciso di prendere un gatto?
Attenzione, non devi dare delle risposte guardando l’immagine, ma devi dare queste risposte come se tu fossi quella ragazza. E come vedi, potresti avere delle sensazioni importanti anche riflettendo su scene completamente decontestualizzate rispetto a quello che sta accadendo.
- Perché indossi quel vestito?
- Perché hai un device mobile e non un computer fisso?
- Perché ti sei pettinata così?
Mentre sei intento a fare questo esercizio (sì, puoi diventare questa ragazza anche se fossi un uomo) ricorda che non devi concentrarti eccessivamente nel tentativo disperato di dare la “risposta corretta”.
D’altronde sarebbe impossibile.
Nonostante sia importante non essere disturbato per la durata dell’esercizio, devi lavorare in modo veloce sulle risposte che darai.
Non concederti un tempo biblico. Quello che stiamo cercando di fare, infatti, è creare un flusso emotivo di pensieri in grado di darti accesso a pacchetti di informazioni che non potresti conoscere diversamente.
Poniti nell’ottica di essere questa ragazza nella tua completa fluidità, libero da ogni aspettativa, da ogni giudizio e da qualunque desiderio di ottenere un risultato.
È importante lavorare dapprima sull’ego perché più affinerai questo lavoro e più rischierai di perderti nell’empatia e corromperti con le energie negative della persona con la quale stai empatizzando. Se il tuo ego non è più che sviluppato e saldo il rischio di un transfert è davvero grande.
Ora, ammettendo che ti sia realmente impegnato in questo esercizio, in che modo sei diventato questa ragazza? Medita sul tuo percorso, sullo spostamento dell’attenzione che hai effettuato.
- Hai permesso alla mente e ai dubbi di essere parte integrante dell’esperienza oppure sei riuscito a scivolare in uno stato empatico in modo del tutto naturale?
- Una volta che hai empatizzato è stato difficile ritornare ad essere te stesso?
Esercitare L’Empatia Con Una Persona In Carne Ed Ossa
Passiamo dall’esercizio statico ad uno dinamico.
Chiedi ad una persona che conosci di raccontarti un evento importante della sua vita senza specificare altro. Dovrà essere un racconto dei fatti, neutro.
Sarai tu che, ponendoti nello stato d’animo della persona davanti, dovrai cercare di far emergere emozioni, pensieri e sensazioni che lui o lei ha provato.
Ovviamente il tuo interlocutore potrà ragguagliarti sui macro concetti. Per esempio, se ti dicesse: “Ero in fila aspettando il mio turno in Posta” potresti chiedergli:
- Quanta gente c’era?
- Faceva caldo o freddo?
- Eri all’interno o all’esterno?
- … e così via!
Queste domande ti serviranno per inquadrare meglio la situazione prima di procedere con l’esposizione in cui proverai ad essere l’altra persona in quella situazione: cosa sentiva? Cosa provava? Cosa pensava?
Ti rendi conto che lavorando in questo modo l’empatia diviene più del semplice “mettersi nei panni dell’altro”?
Potrebbe addirittura dimostrarsi il tuo nuovo super potere!
In fase di esercizio ricorda questi punti importanti:
- Dal canto tuo dovrai continuare il dialogo e lasciare che le percezioni e le sensazioni si presentino metaforicamente o simbolicamente. Non cercare di dire la cosa giusta perché quello è un lavoro della ragione, completamente estraneo a ciò che stiamo facendo.
- Verbalizza rapidamente ed evita di fare troppe pause per ragionare.
- Chiedi al tuo interlocutore di porre le domande in modo rapido. Questo ti impedirà di tornare in te stesso e ti farà scivolare in un flusso in cui riuscirai a percepire informazioni dettagliate che sarebbe difficile, se non impossibile, recuperare in altro modo.
- È importante che il tuo interlocutore condivida una situazione della quale non si vergogna a parlare perché qualora la tua empatia dovesse affinarsi potresti cogliere nozioni fuori dall’ordinario che imbarazzerebbero la persona che hai davanti.
Esercizio Notturno
Esiste un altro ottimo esercizio per lavorare sull’empatia che puoi sviluppare di notte. Ti sembrerà strano ma – in realtà – nel momento in cui stai per andare a dormire riesci ad accedere con più facilità ad alcune alcune aree della tua mente.
Se ti sei esercitato come richiesto in questo articolo, prima di addormentarti, mentre sei già coricato e tranquillo sul letto, potresti riprendere in mano i tuoi pensieri e le tue sensazioni.
Butta nuovamente fuori il flusso di pensieri mentre respiri profondamente.
Al mattino, non appena sveglio, annota i primi ricordi, idee, sensazioni, punti di vista, desideri ed ansie.
Potresti addirittura scoprire che il sonno ti ha preparato ad essere in grado di navigare meglio nei punti di vista altrui.
Un Problema Con L’Empatia
Come per qualsiasi altra dinamica di vita, anche l’empatia può avere delle problematiche importanti. Non ci girerò troppo intorno e ti dico che questa dote potrebbe incupirti perché, qualora non riuscissi a schermarti emotivamente, rischieresti di rimanere vittima dei pensieri, delle sensazioni e delle emozioni dei tuoi consultanti… anche a consulto finito!
È invece necessario capire che devi tuffarti nell’altra persona per il tempo del consulto. Dopodiché, attraverso rituali personali o prese di coscienza individuali, è necessario tornare in te e non identificarti con l’utente.
Ricorda che più consulti farai e più volte dovrai usare l’empatia.
Questo fa sì che la possibilità di ingabbiarti in stati d’animo che non ti riguardano crescano esponenzialmente.
L’empatia è un mezzo per tuffarti nell’oscurità dell’altra persona e riportarla in superficie. Non deve in alcun modo essere un ostacolo.
Personalmente ho dato consulti ad ogni tipo di target:
- Persone che hanno provato a togliersi la vita;
- Vittime di pedofili;
- Autolesionisti, abulici o anoressici;
- Donne che sono state violentate o picchiate;
- Esseri umani torturati;
- Persone che aspettavano candidamente il trapasso.
Per queste persone sono stato un amico, un parente, un genitore, un figlio, un ascoltatore, uno fidato… per il tempo del consulto. Finita la meditazione sulle carte, questa scia emotiva si esaurisce.
Non si tratta di superficialità, ma di gestione professionale dei consulti. Pensa cosa potrebbe succedermi se mi trascinassi per giorni e giorni le energie di queste persone. E moltiplica il tutto per il numero di consulti dati ogni giorno, tutti i giorni.
Qualsiasi tarologo, in quanto essere umano, non ne uscirebbe vivo.
Rimarrebbe schiacciato dal peso di questa negatività. Non a caso moltissimi lettori di Tarocchi mi confidano di voler abbandonare questa attività perché non sopportano più il peso delle frequenze negative alle quali si viene sottoposti.
È come esporsi costantemente alla radioattività. Purtroppo questo deriva da una cattiva gestione della situazione che si riflette in piccole o grandi depressioni dell’operatore stesso.
Ecco perché nel mio corso Impara A Leggere I Tarocchi ho destinato una parte alla spiegazione delle tecniche che permettono di neutralizzare la carica energetica negativa alla quale si è sottoposti durante e dopo un consulto.